Cultura e Società

Identità Nascoste, Quasi una detective story tra letteratura e psicoanalisi

Giana Petronio 

Bononia University Press, 2005

Recensione di Maria Chiara Risoldi

Giana Petronio , esperta psicoanalista, scrittrice colta e raffinata, ci fa entrare con questo libro nel complesso mondo del formarsi delle identità sessuali e delle perversioni, attraverso un’analisi profonda e raffinata di personaggi come Don Giovanni e Casanova, -Due (irr) estibili seduttori-, di un grande scrittore come Flaubert – “Vorrei essere donna…”-, e infine di James Joyce, -Ucci ucci, sento odor di perversucci - .Questi i titoli dei tre capitoli di cui è composto il libro Identità Nascoste.

“La perversione, scrive Giana Petronio, si fonda sul disconoscimento della mancanza, dei limiti, del tempo e porta un attacco alle legge del padre – principio di realtà- negando l’esistenza di differenze e gerarchie, le conseguenze della separazione e la realtà della propria inadeguatezza.”

Recensioni

Il libro, prezioso per gli specialisti, è una lettura accessibile anche ai non addetti ai lavori. Un’introduzione molto documentata descrive i numerosissimi casi in cui si può dimostrare una fondatezza e un’utilità del confrontare un’opera con la biografia dell’autore per offrirne un punto di vista psicoanalitico. Il testo è il risultato dell’incontro dei due amori dell’autrice, la letteratura e la psicoanalisi e con amore e tenerezza è scritto. Così l’autrice accompagna il lettore a conoscere l’infanzia di Joyce e di Flaubert , a scoprire dietro lo scrittore francese, esteta egoista e francamente scostante, un’autentica insostenibile tristezza dell’essere, ad individuare i motivi psicologici che portano i celebri amanti, Don Giovanni e Casanova , ad esistenze che si condannano alla solitudine più totale.

Alla fine della lettura la mia sensazione è che a tutti i personaggi, sia della fantasia, sia della storia, “analizzati” dall’autrice, si possa estendere la considerazione finale dedicata a Joyce.: “Poiché per tutta la vita trovò persone disinteressate che gli offrirono amicizia e mezzi, dobbiamo pensare fosse dotato di una seduttività involontaria o più probabilmente presentasse una sostanziale fragilità e una muta ma urgente richiesta di soccorso, che erano percepite al di là della sua altezzosità e del suo proporsi come una creatura eccezionale cui tutto era dovuto”.

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